Nel 1919 la Gazzetta fu trasportata da un velivolo nella capitale, nell?estate 1984 veniva teletrasmessa ogni giorno negli Stati Uniti: in 125 anni un costante mix di tradizione e modernità
Vita da numero uno. E 125 anni di primati. Del resto, per chi si chiama La Gazzetta dello Sport quello di stabilire record è un destino naturale, una missione. Una vocazione. È lungo l’elenco di prime volte stabilito dalla vecchia Gazza, che oggi festeggia l’ennesimo, importante compleanno. A proposito, cominciamo proprio da qui. La Gazzetta è stato il primo quotidiano sportivo tra quelli attualmente in circolazione a essere stato fondato, il 3 aprile 1896 appunto. Che cosa significa resistere così a lungo?Fondamentalmente una cosa: riuscire ad andare sempre incontro ai gusti del pubblico, trovando sempre la strada per dare una risposta alle domande della gente.Detta così, sembra semplice. Ma questo richiede sforzi giganteschi, d’immaginazione e intuito certamente, ma anche di mezzi e tecnologia. E anche qui la “rosea” ha fatto da apripista: 3 giugno 1919, un annuncio in prima pagina informava i lettori che grazie a un «fulmineo volo» da Milano a Roma, alle 11 del mattino del giorno precedente il giornale con il resoconto della sesta tappa del Giro d’Italia (il primo dopo la Grande Guerra) era già in vendita nella capitale. Era la prima volta che un giornale veniva trasportato per via aerea: i colleghi di allora, che intuivano come quell’esempio fosse destinato a diventare normalità, vollero condividere il loro orgoglio con i lettori. Ora, rimaniamo in argomento e facciamo un salto di sessantacinque anni. Luglio 1984, l’Olimpiade di Los Angeles sta per cominciare e la Gazzetta stupisce ancora una volta con un’altra iniziativa che la mette un passo avanti a tutti: nella notte tra il 26 e il 27 viene teletrasmessa a San José, nella Silicon Valley. Per non perdere nulla dell’originale, viene fatta arrivare della carta rosa dal Canada, su cui il giornale verrà stampato. E nella tarda serata, nelle edicole di Los Angeles e del resto della California, fa bella mostra di sé l’inconfondibile quotidiano: che per questioni di fuso orario, è in anticipo sull’Italia, visto che nella costa Usa sul Pacifico è ancora il 26 luglio... L’esperimento andò avanti per tutta la durata dei Giochi e aprì la strada per la teletrasmissione all’estero, dapprima in Europa, poi anche in America e in Australia.Allora, abbiamo detto: idee, intuito, sforzi tecnologici. Ma per stabilire primati ci vogliono anche forza morale, tenacia, etica del lavoro. Tre qualità che furono presenti in abbondanza quando si decise di organizzare il Giro d’Italia del 1946, la prima grande corsa a tappe allestita dopo la fine della Seconda guerra mondiale. La Francia, che pure era considerata tra i paesi vincitori, non ce la fece a far ripartire subito il Tour. Invece ci riuscì la Gazzetta, superando difficoltà immani, quali potevano essere quelle che presentava un paese sconvolto dal conflitto. Ma chi si impegnò in quell’impresa, sapeva benissimo che in gioco non c’era soltanto la ripartenza di un evento sportivo, per quanto importante, ma qualcosa di molto più grande: e cioè la fiducia nella capacità di rialzarsi dell’Italia. Non è questione di fare della facile retorica, è semplicemente provare a immaginare quanti ostacoli di natura logistica, economica e anche diplomatica (nel percorso era inserita Trieste, che era sotto amministrazione alleata, ma nella mire della Jugoslavia di Tito...) si dovettero affrontare. Eppure l’impresa fu portata a termine. Il Giro ripartì e con lui, prima faticosamente, poi in modo vorticoso, tutto il paese.E così, anno dopo anno, idea dopo idea, sfida dopo sfida, la Gazza s’è guadagnata uno spazio privilegiato nel panorama della stampa italiana, e non soltanto. Uno spazio accompagnato da prestigio e autorevolezza, capaci di aprire porte “impossibili”: lo testimonia la prima intervista di un quotidiano sportivo a un pontefice, Papa Francesco, uscita il 2 gennaio scorso e diventata poi un libro con il pensiero del Santo Padre sullo sport, argomento quest’ultimo che sempre di più s’intreccia con quotidiani temi sociali. E sono lo stesso prestigio e la stessa autorevolezza che hanno consentito di varare tre anni fa un’altra iniziativa, che poteva all’inizio sembrare pazzesca e che invece s’è subito tramutata in un incredibile successo: il Festival dello Sport, anch’esso una prima volta da attribuire al nostro-vostro giornale, polo attrattivo dei campioni più grandi, che ha trasformato Trento in una nuova città “olimpica”.Verrebbe ora naturale sottolineare gli incredibili record di tiratura – 2.302.088 copie tirate e polverizzate per la vittoria italiana al Mondiale 2006, il 10 luglio, con le rotative che girarono per due giorni consecutivi – e di lettori – 4.377.000 a fine 2011, primo e unico giornale nel 2010 a sfondare il tetto dei quattro milioni da quando nel 1992 è iniziata l’era-Audipress: in questi tempi difficili sono diventati due, ma restano il massimo che c’è in Italia, come avviene da ventisette anni – e difatti lo facciamo. Come anche è giusto ricordare il passaggio al formato tabloid, anche qui precedendo gli altri giornali specializzati, avvenuto con il numero del 29 marzo 2008. Tuttavia, preferiamo soffermarci per chiudere la carrellata su altri due primati, che fanno della vecchia Gazza un prodotto sempre nuovo: quattordici anni fa, vennero varate le pagine di “Altri Mondi”, che non sono semplicemente un riassunto dell’extra-sport, ma una formula pensata specificamente per i nostri lettori, tale da fornire un’informazione rapida ma esauriente e “popolare” riguardo ai fatti principali della giornata. Anche questa un’iniziativa nel solco della tradizione, visto che nel luglio 1969 la Gazzetta aveva mandato un inviato a Houston per seguire lo sbarco sulla Luna! E poi, in tema di sbarchi, quello sul pianeta Internet, avvenuto il 26 agosto 1997, primo sito di un quotidiano sportivo: quella mini redazione era composta da cinque colleghi, oggi sono 40 (su un totale di 152) e Gazzetta.it è in assoluto il leader del settore, raggiungendo oltre 3,5 milioni di browser unici medi al giorno e oltre 16,5 milioni di utenti unici al mese. Il mondo corre in fretta e la Gazza, per restare a uno dei suoi sport prediletti, non smette di pedalare.